venerdì 23 aprile 2010

Le Settimane del Gusto di Linguini, Parte 3/5: "E' Tutto All'Oro ciò che Luccica."

Ritorno finalmente con un pò di tempo dalla mia parte, pronto a raccontare le esperienze passate durante le Settimane del Gusto nella Capitale.

"L'ultima puntata" aveva avuto luogo nel suggestivo spazio di Antonello Colonna, il suo Open.

Ora per il nuovo locale testato si cambia completamente zona, in un quartiere molto centrale e famoso di Roma. Questa volta siamo ai Parioli all'ora di pranzo (la sera i tavoli erano tutti già pieni anche prenotando 2 giorni in anticipo!) ed il ristorante è l"All'Oro" di Riccardo Di Giacinto.

Avevo solamente letto recensioni positive di questo locale, inizialmente come al solito sul blog di Daniela; poi era stato il GRANDE Valerio di Roscioli a consigliarmi di provare la cucina di questo giovane e promettente chef.

Dall'esterno l'All'Oro passa quasi inosservato: pochi posti a sedere, ambiente curato con design essenziale, caratterizzato da decorazioi dorate (ma guarda un pò! XD) un pò Art Noveau. Trasmette una certa intimità e tranquillità, in particolare quando fuori il sole attraversa le vetrate trasparenti del locale, illuminando l'interno.



Vengo fatto accomodare dal cameriere che inzialmente si mantiene abbastanza freddo e distaccato nei modi; sottolineando in maniera rimarcarta la presenza di menù "limitato" e ridotto per i minori di 21 anni. Le altre proposte in carta hanno invece prezzo pieno (cosa non avvenuta negli altri risotranti precedentemente provati).

Non mi faccio minimamente problemi e decido comunque di cogliere l'occasione per affiancare al menù degustazione delle mie scelte personali prese dalla carta.

Nel frattempo Riccardo alterna la sua presenza nella piccola sala con la sua fissa amministrazione della cucina.
Arriva un ricco cestino di pane fatto in casa (casareccio, semi di papavero, al curry e grissini) accompagnato da un delizioso olio della Sabina.



Piacevole e delicato il benvenuto:
"Crema di patate, Caviale e scorza di Mandarino Candito"
Componenti ben legate, in particolare spiccava il contrasto tra la dolce purea di patate tiepida e la salinità del caviale; simpatica l'acidità finale dell'agrume.



Come antipasto il menù degustazione prevedeva l'ormai celebre "Rocher di coda alla vaccinara con geleè di sedano", ma dopo le mie scelte personali lo chef ha preferito servirlo sucessivamente per il suo sapore piuttosto deciso.
L'antipasto da me scelto è stato comunque molto soddisfacente, uno dei piatti migliori provati:
"Tiramisù di patate e baccalà con lardo di Cinta Senese"
La superficie del "tiramisù" inganna l'occhio con la sua spolverata di cacao a ricordar un dolce, ma basta affondare il cucchiaio per rivelare una soffice crema di patate e baccalà che appaga boccone dopo boccone. Un Intenso crescendo di sapori esaltato dall'aroma e dalla grassezza del lardo di Cinta. Bella prova! :-P



Piacevole anche il primo fuori-degustazione: "Fagotto di broccoletti, burro, acciughe e pomodorini"
Un patito delle acciughe come me non poteva tirasi indietro di frote alla descrizione di questa portata. Fagottelli caratterizzati da una sfoglia molto fine, racchiudono un ripieno di broccoletti lasciati "veraci" e conditi con un semplice ma goloso burro e Acciughe (Mar Cantabrico!). Pomodorini e scorzette di limone conferiscono la puntuale nota acida.



Arriva finalmente in tavola il famoso "Rocher", preparazione che si dimostra buona ma non alla pari del tiramisù. L'impronta di Riccardo verte su sapori più decisi e concreti: La sfera di coda gioca in equilibrio di consistenze, tra croccantezza dei pinoli e la tenera carne arricchita da cioccolato e sedano (come la classica ricetta romana). Intenso e ben fatto anche il sugo della coda stessa adagiato a specchio sotto il "Rocher".



E' l'ora del primo previsto dal menù degusazione: "Raviolini di mascarpone con ragù d’anatra e riduzione di vino rosso"
Piatto simbolo del locale, ma a mio parere leggermente al di sotto delle aspettative. Ben quadrato il delicato ragù dei ravioli, ma per me troppo "evanescente" la farcia al mascarpone (a detta dello chef penalizzata dall'essere resa liquida).



Decisamente meglio con il secondo da me scelto: "Spigola in porchetta con zuppa di carbonara e tartufo nero"
Riccardo dona nuovamente vita alla spigola facendola nuotare nel "mare" di carbonara. Avvolto dalla croccantezza del guanciale di cinta, il pesce è impreziosito dalle note aromatiche delle lamelle di tartufo. Davvero godurioso.



Si passa ad un altro piatto del menù, già classico del ristorante: "La quaglia… petto farcito e coscia laccata con miele e n’duja,
purea di patate ed il suo ovetto in tegame"
Forse il piatto che ho gradito di meno di tutto il pranzo all'All'Oro. Ben realizzato il petto farcito con ciauscolo, servito su un'intensa purea di patate; ma ho trovato "sottotono" la coscia laccata e l'ovetto di quaglia (in particolare quest'ultimo mi è risultato un pò insipido).



Arriva il simpatico pre-dessert che consiste in un mini Millefoglie di cassata alla siciliana con zabaione alla Strega.



Piccolo aneddoto (inconveniente) capitatomi prima del dolce: rimasto in sala solo con una coppia seduta al tavolo davanti a me, mi appresto a rivedere le foto dei piatti fatte prima del dessert ed inclino la macchinetta verso gli altri due clienti. L'uomo (poi rivelatosi un noto politico) mi accusa di fargli delle foto, e dopo una situazione decisamente poco piacevole, risolta con l'intervento puntuale di Riccardo e del cameriere, il signore mi porge le sue scuse, tenta di offrirmi il pranzo (ho rifiutato) e prima di andarsene mi fa anche i suoi complimenti per la mia passione verso la gastronomia... :-S

Fortunatamente il dolce di Riccardo mi fa tornare il buon umore: "Il tiramisù All’Oro"
Golosa revisitazione del tiramisù, decoposto e servito coperto da una sottilissima e fragrante "cupola" di meringa! :P



La mia voglia di dolce e la mia curiosità però mi fanno andare oltre, forse ancora scosso dall'evento precedente: "Ravioli di cioccolato con ragù di banane e spuma di cocco"



Dopo la piccola pasticceria ed un doveroso caffè, rimango solo con Riccardo; ed ho modo di fare una piacevole conversazione con lui, sulle sue esperienze passate in Inghilterra, in Spagna e la sua giustissima ottica in cui il cuoco deve essere sempre presente ai fornelli ed in cucina. E' stato davvero bello aver modo di parlare con uno chef che, seppur giovane, trasmette concetti profondi che cerca di riportare nei suoi piatti. Riccardo continua definendo la sua una cucina "di pancia" e non di sapori apparenti; citandolo: "la gente è già sottoposta nella vita a troppi messaggi fasulli... almeno a tavola, al risorante, ha bisogno di ritrovare sapori veri e concreti." Il tempo di altre due chiacchere sulle mie idee future, sui locali provati a Roma e le mie impressioni... Un saluto soddisfatto, che mi fa comunque varcare le porte dell'All'Oro con un sorriso. :-)



Prezzo Totale: 100 Euro

Fine Parte 3 di 5

Alla Prossima!

-Lorenzo-

martedì 20 aprile 2010

Martedì Pesce: All'insegna della Cucina Romana! :-P

Provo una certa soddisfazione nel preparare (e mangiare!) pietanze a base di pesce, cercando di concedermi questo "sfizio" almeno 2 volte a settimana (una di queste il Martedì)...

Complici come al solito i colpi di genio della mia cara mamma, e le bellissime ricette laziali del volume "La cucina Romana e del Lazio" (Newton Compton Editori); mi sono ritrovato (stanco) al ritorno da scuola, intento nello spadellare ben due deliziosi pescetti in preparazioni differenti... A conti fatti però (e a pancia piena) devo dire che ne è valsa davvero la pena!

Tutto è partito dal gesto spontaneo di mia madre nell'acquistare i primi pisellini freschi di stagione (che adoro). Subito mi era scattato in mente il perfetto connubio "seppie e piselli"; poi però caso ha voluto che dal pescivendolo di fiducia, di seppia ne era rimasta solo una e anche piccolina. Così la mia cara mamma (sotto mia indicazione) ha affiancato alle seppie anche qualche trancio di uno stupendo palombo (altro must in umido con i piselli)...

A questo punto entra in gioco il volumone della cucina regionale: Il libro riporta infatti come altro abbinamennto alle seppie (direttamente da una ricetta della Ada Boni) i romanissimi carciofi cimaroli!

Devo confessare la mia completa ignoranza, ma non ero minimamente a conoscenza di questa preparazione...Potevo quindi io esimermi dal testarla avendo anche degli ultimi carciofi superstiti in frigo?!?!?

La risposta già la sapete... :-)))

"PALOMBO IN UMIDO COI PISELLI" & "SEPPIE COI CARCIOFI ROMANESCHI":

PER IL PALOMBO:
(Come mio solito ho voluto dare un tocco personale al piatto: Nel volume infatti venivano riportate sia la ricetta classica con fondo di olio e cipolla sia quella di Giaquinto che sostituiva il fondo con un pesto di alici, aglio e prezzemolo. Essendo da poco possessore di fantastiche alici Procidane regalatemi dal mio spacciatore di fiducia Andrea (THANKS!), ho optato per la versione di Giaquinto affiancandogli un personale mezzo scalogno tritato che addolciva il giusto e ci stava NA CREMA! :-P)



(X 2-3 Persone)

- 4 tranci di Palombo fresco
- 2 Alici dissalate e sciaquate
- Ciuffo di Prezzemolo
- Spicchione di Aglio
- Olio EVO (Tuscia)
- Barattolo di Passata con Pomodori in pezzi Bio (D.O.L.)
- 300 gr. circa di Piselli freschi sgranati e lavati
- Mezzo scalogno
- Sale & Pepe q.b.

PROCEDIMENTO:

-Pestare in un mortaio l'aglio con il prezzemolo e le alici pulite e dissalate fino ad ottenere una fantastica e profumatissima cremina. Adagiare il composto ottenuto in una padella antiaderente con un filo d'olio e mezzo scalogno tritato finemente.

-Una volta imbiondito leggermente lo scalogno versare i piselli sgranati e sciacquati a dovere, seguiti immediatamente dalla passata di pomodoro con i pezzettoni! Aggiungere un poco di acqua calda e portate i piselli quasi a cottura.

-Sciacquare i tranci di palombo, accertarsi del grado di cottura e della sapidità dei piselli e adagiare nella padella anche il pesce salando e pepando a dovere (attenti alle alici! XD)



-Coprire, portare a cottura e servire caldo con un ulteriore spolverata di prezzemolo! Tanto semplice quanto delizioso!



PER LE SEPPIE:
(Anche quì il libro riportava sia la ricetta classica, sia quella di un famoso ristorante di Ladispoli. Quest'ultima nel fondo di olio ed aglio non aggiungeva l'acciuga da far sciogliere...Visto che sono fondamentalmente un patito dell'acciuga anche quì ho optato per la vesione che la vedeva protagonista! L'altra mia aggiunta personale è stata spadellare le seppie, a fine cottura, con delle zeste fresche di limone Bio tritate con prezzemolo fresco...Vi assicuro che donavano un'acidità ed una freschezza davvero notevole al piatto; ottime inoltre secondo me con i carciofi! ;-) )

(x 2-3 Persone)

- 1 Seppietta (circa 1/2 Kg.)
- 4 Carciofi Romaneschi
- 1 Spicchio d'Aglio
- Olio EVO
- Prezzemolo
- 1/3 di bicchiere di Vino Bianco secco
- Zeste di limone non trattato
- 1 Alice sfilettata, dissalata e sciaquata
- Sale e Pepe q.b.

PROCEDIMENTO:

- Fare un fondo a crudo con aglio, prezzemolo e olio. Appena l'aglio comincerà a colorire togliere la padella dal fuoco e sciogliere uniformemente l'acciuga evitando di lasciare pezzettoni. Rimettere il tutto sul fornello ed aggiungere la seppia precedentemente lavata, pulita, spellata e tagliata a striscette.

-Lasciare andare con aggiunta di poca acqua calda, dopodichè sfumare con il vino bianco. Una volta evaporato il vino continuare a cuocere le seppie aggiungendo poca acqua calda e terminare la cottura del pesce inserendo i carciofi puliti, lavati e fatti a spicchi.



-Aggiustate di sale e pepe e, pochi minuti prima di servire, spadellare il tutto con un trito di zeste di limone e prezzemolo fresco. Aggiungere infine sul piatto un filo di olio EVO a crudo! :-P



W il Martedì, Roma e le Verdure di stagione!

MAGNATE PIU' PESCE! XD

Alla Prossima!

-Lorenzo-

venerdì 16 aprile 2010

"Fast Food Gourmet": Un McLinguini per Zaia! :-P

In questi giorni continuo ad accumulare post che vorrei pubblicare, ma non riesco mai a decidere quale metter prima...Il tempo poi, sempre troppo poco, mi limita ulteriormente costringendomi a rimandare in eterno... :-S

Questa volta però voglio cogliere uno spicchio di "free time", ispirato nuovamente dal mitico Gabbro Bonci (che ieri ha esibito la sua ricetta dei panini per hamburger), per postare il MIO prototipo di Hamburger-Gourmet...

L'hamburger infatti (a mio modesto parere), non è una preparazione da sottovalutare, ma merita rispetto e dedizione in tutte le fasi che ne compongono la realizzazione. Colgo inoltre l'occasione per esprimere il mio parere contrario sulla recente collaborazione del ministro Zaia con McDonals... i quali panini sono l'emblema di una cultura alimentare ormai in disgregazione...

I vari post su Dissapore non hanno fatto altro che incrementare la mia voglia di realizzare un panino degno di definirsi tale... quindi che MC LINGUINI SIA! :-P

Per il mio hamburger bisogna partire da materie prime di ottima qualità, che come al solito fanno la differenza:
Si comincia dal panino rigorosamente fatto in casa: Panini al burro (Echirè) con lievito madre e farina Enkir (monococco) del Mulino Marino reperita a Pizzarium...



Poi fondamentali le salse: Maionese Bio presa da Liberati e Ketchup inglese "Wilkin & Sons" con ingredienti DOC :-P

Per il condimento mi sono sbizzarrito secondo i miei gusti: Cheddar inglese preso da Roscioli, Pancetta di Cinta da D.O.L.,
Lattuga e Pomodori Bio, cetriolini sottaceto Bio from Liberati e Cipolla Rossa Grigliata! :-P

Tranquilli non ho dimenticato il vero protagonista del panino...l'Hamburger vero e proprio: la PORPETTA! XD
Per la ciccia non ci sono dubbi: Hamburger di Chianina dal solito Liberati di fiducia, e passa la paura! (<3)

Visto che deve essere un pasto "Fast-Food Gourmet", in grado di competere con i famigerati McMenù, non possono mancare le compagne per eccellenza dell'hamburger: le patate fritte!

Per le patate ho nuovamente tratto spunto da una preparazione di origne Bonciana (rubbacchiata dall'Open Baladin): le "PATATE CAUNTRY"!

All'Open infatti avevo assaggiato queste deliziose patatine fritte servite a cubetti con la buccia...
La particolarità di queste patate (oltre al fatto di mantenere intatta la buccia), è quella di "subire" una sorta di pre-cottura in forno e poi di essere fritte nell'olio :-P

Io ho preferito tagliare le mie patate Bio a fiammifero "fast-food style"; e per la pre-cottura in forno ho aggiunto un mio tocco personale: utilizzando il grasso originato dalla pancetta resa croccante e poi riadoperata nel condimento del panino :-P

Dopo la frittura in olio extravergine vi assicuro erano qualcosa di favoloso! :-P

Per la composizione del panino ho seguito questi passaggi:

-Cottura hamburger rigorosamente alla griglia senza aggiunta di grassi, terminando l'ultimo minuto adagiando una fetta di cheddar.
-Aprire il pane e disporre uno strato di maionese su entrambe le metà, poi partendo dal basso disporre la lattuga, il pomodoro a fette, cetriolini e una fetta di cheddar.
-Su una padella rendere la pancetta croccante secondo i gusti, conservando il grasso per la pre-cottura delle patate.
-Grigliare la cipolla ed accendere una piastra per sandwiches.
-Completare l'assemblaggio del panino mettendo l'hamburger sopra gli altri strati sormontato dalla pancetta croccante dalle cipolle e dal ketchup.
-Chiudere il panino con la fetta di pane, avvolgerlo con carta argentata e schiacciarlo per bene nella piastra calda per almeno 3 min. (la carta eviterà che il condimento fuoriesca eccessivamente dal panino)
-Sfoderare il panino e gustarlo caldo con il formaggio fuso e le deliziose patatine appena fritte!!! :-P



ALTRO CHE McITALY!!!
MI DISPIACE PER ZAIA!!!

Le foto come al solito non rendono, ma vi assicuro che anche a detta dei miei (cavie volenterose) è stato un successone!!! XD

Alla prossima e Buon Fast-Food (Homemade) a tutti voi!

-Lorenzo-

venerdì 9 aprile 2010

Umbria in Tavola: La Torta al Formaggio di Anice & Cannella VS La Torta di mia Nonna! XD

Come ogni anno a Pasqua è d'obbligo (ma anche un grande piacere) la visita nel minuscolo paesino umbro chiamato Tuoro sul Trasimeno; patria natia della mia cara nonna Velia.

Oltre alle ricorrenti "tappe" dai parenti, la pasta fatta in casa e i piccioni al forno ripieni... non può mai mancare in questo periodo l'intramontabile Torta al Formaggio Umbra; accompagnata dalle "ova" fresche della vicina ed il capocollo rigorosamente "homemade" del mitico parente "Guerrino"!

Tra le famiglie umbre, parte così una sorta di competizione nel chi realizza la migliore Torta al Formaggio: viene periodicamente scambiata di casa in casa per confrontare la Torta da decretare "vincente"...

Devo ammettere che quest'anno la mia cara nonnina si era decisamente guadagnata il titolo di migliore Torta pasquale... ma tornato a Roma ho nuovamente trovato l'illuminazione tramite un foodblog che seguo da sempre: Anice & Cannella!

La "Paoletta" mi ha preso in causa postando una ricetta con il lievito madre... e non potevo tirarmi indietro da questa ipotetica sfida con "la Velia" nella realizzazione della "best" torta!

Rinfrescato il lievito, ho seguito passo passo il procedimento dal Blog di A&C, sostituendo l'aggiunta del lievito di birra con 250 gr. di LM (invece che 230), la farina del Mulino Marino Buratto al posto della manitoba e della 00 e per finire ho usato esclusivamente formaggi di D.O.L. : Pecorino Maccarello della Sabina, Pecorino Cenerino in pezzi ed un Parmiggiano Reggiano 36 mesi Biologico che abbiamo sul banco in questo periodo.



Il risultato è stato eccezionale!!! :-P



Mangiata poco fa con tanto di capocollo umbro e ovetto di San Bartolomeo da tradizione! Veramente un grazie a Paola: una fetta tira l'altra!
(Poi la soddisfazione della mollica ben alveolata!)



Tra foodbloggers ci si continua ad aiutare...mi dispiace cara Velia ma stavolta (anche a detta di mio padre) ho vinto IO! :-)

La ricetta la trovate QUI!

Alla Prossima!

-Lorenzo-

martedì 6 aprile 2010

L'Incannucciata: Una Continua Conferma tra Semplicità e Innovazione!

La prima volta che incontrai Dino De Bellis avevo letto di lui solo tramite il blog di Daniela, e fu proprio in occasione dell'evento di "Eat-Alia" (organizzato da Andrea Petrini) dove ebbi modo di testare in diretta le sue preparazioni e la sua ottica di cucina... (in cui bisogna "saper rischiare senza esagerare")

Durante la sua singolare e divertente degustazione, rimasi molto colpito dalle preparazioni ed era già nata in me la voglia di far visita al suo ristorante... (nonostante fosse collocato in una zona abbastanza fuori mano)

Sebbene non trovassi mai tempo per testare il locale di Dino, ero sempre più curioso anche in relazione agli articoli postati da Vincenzo Pagano su Scatti di Gusto, che descrivevano in maniera positiva i piatti innovativi ma allo stesso tempo di forte stampo tradizionale dello chef...

L'occasione è finalmente arrivata grazie all'evento organizzato da Slow Food, con un'ulteriore iniziativa di Andrea Petrini: gustando i piatti di Dino abbinati ai vini della Tenuta Ronci di Nepi (che io, per i miei noti problemi, ho solamente assaggiato).



L'Incannucciata si è così rivelata un'ambiente davvero accogliente e familiare, rassicurante e convincente come le portate servite dallo chef. Durante la serata/evento di Slow Food, Dino ha fatto sfilare i suoi piatti con una sequenza davvero ben riuscita; all'insegna della creatività applicata alla tradizione (delle telecamere inoltre riprendevano passo passo le preparazioni in cucina con tanto di spiegazione dei singoli passaggi)




Si è iniziato con un semplice ma intenso baccalà mantecato, avvolto da una delicata panatura di semola rimacinata di grano duro cotto al vapore. Il tutto servito su una corposa passatina di ceci: Veramente un equilibrio notevole, esaltato anche dall'olio a crudo aggiunto alla fine.




Il primo piatto è stato una revisitazione personale di Dino della tanto acclamata Carbonara. Nella versione proposta, lo chef ha giocato con gli ingredienti base del piatto romano applicando delle aggiunte creative davvero azzeccate. Sono stati serviti dei tortelli ripieni di pecorino e ricotta, caratterizzati da una sfoglia molto fine, conditi con la classica salsa di tuorli e completando il tutto con un apprezzatissimo guanciale croccante che donava la giusta componente "crunch" al piatto.




Dino continua a convincere poi con la semplicità proponendo un pancotto di broccoletti e salsiccia accompagnato da una sfiziosa salsa di "zabaione al pecorino", che donava la giusta sapidità al piatto legandosi perfettamente al sapore robusto del pancotto. Lo chef ha inoltre aggiunto un concetto per me molto importante che è quello di valorizzare le preparazioni che danno modo di riutilizzare il pane raffermo, evitando così un considerevole spreco.



Il secondo piatto servito è stato veramente appagante: "Guancia di maiale cotta a bassa temperatura su fonduta di patate e sedano rapa". Lo chef ci ha illustrato in diretta la particolarità della cottura sottovuoto a bassa temperatura, che conferisce un'estrema morbidezza alla guancia, ripassata in padella nel finale ed estraendo la parte grassa in eccesso. Il risultato è stato davvero sorprendente, in particolare l'abbinamento con la delicata fonduta realizzata con patate, pane e sedano rapa che completava golosamente la preparazione.



Si è conclusa poi in maniera deliziosa questa esperienza gastronomica, con un ulteriore dolce inno alla semplicità: Una freschissima ricotta di pecora, lavorata senza aggiunta dello zucchero, è stata servita nella sua "nudità" su un letto di cioccolato fondente; sormontata da zeste di arancia candita e pistacchio...Fresca ed intensa!



Durante la cena inoltre, sotto indicazione di Petrini e del professionale produttore della Tenuta Ronci di Nepi, gli ospiti venivano coinvolti riportando su una simpatica tabella le valutazioni personali degli abbinamenti provati con 3 vini della tenuta ed i piatti serviti.

Le mie esperienze positive all'Incannucciata non sono però terminate quì: si è infatti concluso pochi giorni fa (Martedi 6 Aprile) un'altro riuscito evento che ha avuto nuovamente come location il ristorante di Dino... Questa volta ci siamo tutti riuniti per una causa meritevole quale la raccolta di fondi per "Medici Senza Frontiere".

E' stata davvero una bella giornata, che ha visto protagonisti diversi cuochi, capitolini e in "trasferta" dal resto di Italia (XD): il mitico ostedercentrostorico Arcangelo Dandini (l’Arcangelo, Roma), il festeggiato Beppe Schino (Perbacco, Bari), il padrone di casa Dino De Bellis, Franco e Catia Solari (Trattoria dei Mosto di Conscenti di Ne, Genova) e Luciano Lombardi con Mimma (Vignadelmar, Monopoli).




Nel piacevole spazio all'aperto del ristorante siamo stati deliziati da preparazioni ottimamente riuscite, con la benevola partecipazione di un sole splendente dopo una piovosa pasquetta.

Come al solito non potevano mancare i foodbloggers più attivi sulla rete con cui ho spesso modo di condividere queste belle esperienze! In testa Andrea, Vincenzo, Rossella e la mitica Daniela che ha contribuito in maniera determinante alla realizzazione del piatto di Dino testandone la riuscita, preparando gli ingredienti per il condimento, stendendo la pasta per i maltagliati e studiando l'impiattamento finale!




Durante il pranzo ho avuto la fortuna inoltre di assistere in diretta alle preparazioni, ammirando il lavoro dei cuochi ai fornelli e usufruendo di qualche bis delle portate... veramente apprezzatissime! (grazie a tutti per la pazienza!) :-P






L'Incannucciata si è così riconfermato luogo vincente, dove la buona cucina la fa da padrona!
I fondi raccolti sono inoltre stati tantissimi, anche a seguito dei vini messi all'asta... Si è concluso tutto in dolcezza con i deliziosi biscottini preparati da Rossella serviti da Daniela :-)




Per foto e descrizioni più accurate del pranzo e delle preparazioni servite vi lascio ai post di Scatti di Gusto, Senza Panna e al sito ufficiale dell'evento!

Alla Prossima!

-Lorenzo-