venerdì 25 giugno 2010

Una Cena a "Tre Forchette" per un Compleanno Indimenticabile!

"Lore il 12 giugno è passato ormai! I 19 l'hai fatti, mo stai a fa l'esami! Basta parla de te! Già non scrivi mai, almeno facce vede qualche ricetta!!!"

Lo so, lo so, mi riscopro sempre più latitante nel curare questo blog nonostante i miei buoni propositi, ma vi assicuro che in questo periodo il piacere dello scrivere è totalmente oscurato da una perenne sensazione di ansia... spezzata ogni in tanto da qualche evento positivo...

Fortunatamente c'è sempre la cucina a tirarmi su quando la giornata si fa pesante, ma il tempo e la volontà di mettersi a scrivere sono pochi...

Ieri ho affrontato la temibile terza prova scritta che tanto mi metteva in agitazione, ed ho subito un pesante crollo psicologico e fisico che mi ha spinto a cercare fonti immediate di conforto...
Non so come o dove voi lo cerchiate questo signor "conforto" quando ne avete bisogno, ma per quanto mi riguarda amo ricercarlo nei bei ricordi; nei momenti felici che riportano alla mente belle sensazioni (che annullano temporaneamente quelle negative)...

Per questo mi sono ritrovato nostalgico a sbirciare le foto della mia cena/regalo dei 19 anni... portandomi a scrivere il post proprio su questo significativo evento...
Adesso sembra banale parlare delle "Colline Ciociare" di Salvatore Tassa, dopo il riconoscimento conferitogli dal Gambero Rosso... Ma la scelta di festeggiare proprio ad Acuto (in questo remoto tempio del gusto), è stata dettata da circostanze per me molto significative:



Oltre ad aver letto sul web tramite Daniela e Dissapore, tante recenzioni positive su Tassa e la sua cucina; vi erano anche persone care che mi avevano quasi imposto l'"obbiettivo Colline Ciociare": un indirizzo da provare assolutamente per l'unicità dei piatti dello chef...
Partendo dal mio Guru Gabriellone Bonci, poi Valerio Capriotti di Roscioli ed infine il mio compagno di avventure gastronomiche Andrea Sponzilli (che addirittura aveva avvertito come prima necessità, dopo avermi conosciuto, quella di accompagnarmi a provare la cucina di Salvatore); tutti segnali per far tappa ad Acuto...

Proprio Andrea mi ha sorpreso concedendomi questo splendido regalo (del quale ancora continuo a ringraziarlo): offrendomi, con la sua simpaticissima ragazza Manu, una cena alle Colline Ciociare il giorno del mio compleanno!!!



Dopo esserci soffermati sulla singolare insegna fuori dal locale "Acuto-New York", ci addentriamo nel ristorante: L'ambiente è molto curato ed elegante senza eccessi decorativi; pochi coperti tutti al completo...
In sala a servire e coccolare gli ospiti ci sono i due figli di Salvatore: Walter il più grande, e Giovanni, che scopro proprio a fine serata essere un mio coetaneo. Anche lui si dimostra grande appassionato per il lavoro del padre e per la gastronomia; e ci accompagnerà durante la cena fornendoci un servizio attento e ricco di descrizioni sulle portate.



La cartà è composta solamente da due menù degustazione (ennesimo segnale dello stile senza compromessi, o "anarchico" come ama definire lui stesso, del Cuciniere XD)
Il primo menù riporta tutti piatti che hanno fatto la storia delle Colline: i "Classici"; (sempre secondo disponibilità di materie prime) il secondo invece è composto da preparazioni che seguono le stagioni e rappresenta il nuovo "percorso" gastronomico di Salvatore e della sua cucina.

Io e Andrea scegliamo curiosi il menù stagionale (Primavera 03 - Il Lusso della Semplicità) mentre Manu (anche lei novella alle Colline), opta per il "Classico" (e ci concederà il grande piacere di assaggiare praticamente tutti i suoi piatti :-P)
Volenteroso di provare il più possibile il giorno del mio compleanno, riesco a farmi inserire dallo Chef anche le famose "Fettuccine con pomodorini alla Brace, mantecato di pecorino e vaniglia bourbon": un piatto indimenticabile che avrei continuato a mangiare anche dopo il dolce :-P



Prima di passare ad una descrizione dei piatti, vorrei soffermarmi su una frase rimastami impressa; pronunciata da Salvatore nel corso della cena (che rappresenta il filo conduttore della sua cucina, fatta di tecnica e rispetto per le materie prime satgionali del territorio): "Io sono un contadino, nei miei piatti trovate la mia vita, il mio orto...la mia cucina rispecchia quel che sono senza mezzi termini".

Un'altra cosa che sicuramente mi è rimasta impressa dall'esperienza alle Colline, è il crescendo delle preparazioni, una vera overture del gusto di pari passo con la cena...
Già le "chicche" di benvenuto sono un segno del genio di Salvatore: "Polpette di besciamella con biscotti alla polenta" (rigorosamente da mangiare insieme) "Sfoglia di polenta croccante alle nocciole e rosmarino", "Gelatina di campari e pinoli tostati" e "Gelatina al Mojito" (abbinamenti divertenti e riusciti in tutte le loro componenti), dei meravigliosi "Chupa-Chups di Cipolla caramellata" la quale dolcezza esplosiva ben si bilanciava al retrogusto amaro del brodo al rosmarino del "raviolo di sfoglia di riso ripieno di pinoli".





Si prosegue con una deliziosa "Spuma di cavolfiore con aceto balsamico e profumo di bosco e porcini". Una portata memorabile, che invade ed avvolge il palato con l'aroma del fungo sempre presente ed un piacevole contrasto tra il dolce cavolfiore e lo spunto dell'aceto.



Da segnalare il buon pane della casa servito periodicamente in tavola, avvolto in un tovagliolo ancora caldo: "panini alla ricotta, ai cereali, grissini al grano duro, pane casareccio e focaccia al rosmarino tostata alla brace".



Indimenticabile la prima serie di antipasti: per i "Classici" la fantastica "Variazione dall'Orto" dove ogni verdura è protagonista assoluta, esaltata da una fanomenale riduzione alla rapa rossa.
Notevole per freschezza ed armonia di consistenze la portata del menù stagionale "Rape bianche, ostrica Gillardeau, julienne di mela verde e cipollotto" dove la vera "star" è la rapa, supportata dalla carnosità di questa particolare qualità di ostrica.




Altra "perla" che sicuramente non scorderò (e che mi ha letteralmente fatto spalancare gli occhi dallo stupore), è la "Minestra aromatica di pane e pomodoro"; dove solamente il profumo sprigionato una volta scoperchiato il piatto, trasporta già la mente e le papille in un viaggio di goduria sensoriale. In questa preparazione è possibile avvertire il sapore unico e concentrato DEL POMODORO con la P maiuscola (per un litro vengono utilizzati 14 kg di pomodori). Un'esplosione di sapore dove tutti gli elementi si sposano dolcemente: Le fragoline di bosco, l'infuso e lo gnocco di pane, così intenso ed essenziale... Per non parlare della granita di pomodoro da accompagnare alla minestra: stratagemma di Tassa per recuperare gli "scarti" del filtraggio dei pomodori.
Un connubio caldo-freddo che esalta la semplicità maestosa dell'ortaggio in purezza!



Dal menù dei classici non si può omettere una nota sull'ottimo "Cannolo croccante ripieno di ricotta e magnum di polenta", dove la freschezza della ricotta e le diverse consistenze si armonizzano golosamente (delizioso il gelato di polenta panato alle nocciole)...



Comincia poi il crescendo dei primi piatti: un tris che rimane tutt'ora marchiato nella mia memoria gustativa...
La "Sfoglia d'agnello e profumo di primavera" è un vero e proprio omaggio di Tassa alla campagna e alla materia prima. Quando ci viene "consegnato" il piatto, Giovanni sottolinea che il risultato sarà convincente solo se chiudendo gli occhi e masticando un boccone saremmo in grado di vedere uno scorcio di prato di campagna...
Parzialmente scettico (ma anche fiducioso), tento l'esperimento... poi quasi spaventato riapro rapidamente gli occhi e mi volto verso Andrea anche lui incredulo: Non solo ho visto il prato, MA MI CI SONO ANCHE ROTOLATO GIOIOSAMENTE SOPRA! Tutto è armonico ed intenso nei sapori e profumi: la sfoglia della lasagna aperta adagiata su un letto di stupende cipolle, le erbette spontanee con note aromatiche della menta... la carne tenerissima dell'agnello cotta senza aggiunta di alcun tipo di grasso... ed in fine il pecorino filante che chiude il cerchio di una preparazione commovente...



Sorvolo la descrizione delle classicissime "Fettucine con pomodorini alla brace, mantecato di pecorino vaniglia bourbon" evidenziando semplicemente che me sarei fatte fuori 2 etti abbondanti! (la pasta era magistrale!)



L'ultimo primo è un'ennesima "bomba" evocativa: Il "Raviolo di pecorino liquido in brodo di ciliegio all'infuso di erbe"
Un piatto che fornisce lo spaccato della nuova cucina di Salvatore, dove "Il futuro guarda ad oriente!" (ci riferirà poi lui in persona, nel corso di un colloquio durante la cena)...
E come dare torto ad un maestro di tale calibro? In grado di tracciare intorno alle sue preparazioni un filo conduttore coerente: sfruttando al meglio le materie prime del territorio con una grande tecnica e moderne tipologie di cottura...
Rimango ancora scosso dalla sua affermazione di rimuoevere completamente i fondi (cosa per me inpensabile); ma mettendo in bocca il suo raviolo (con il brodo ricavato dai trucioli di ciliegio dell'orto), non posso fare altro che assecondarlo e godere dell'esposione di sapori che mi riempie il palato!



Si approda sul versante secondi proseguendo una sincera conversazione con lo Chef (che inzialmente era rimasto abbastanza distaccato, limitandosi a lasciare qualche commento passando tra i tavoli)... Tassa ci spiega la sua idea di ristorazione ed il suo progetto di focalizzare le preparazioni sui prodotti del proprio orto biologico (coltivato in una serra a pannelli solari). Uno schema ben definito e completo, che trasforma le "Colline" in una sorta di "micro-ecosistema del gusto".
Questa breve pausa serve ad introdurre un piatto "estremo" (come ha ben definito Andrea) e senza compromessi, che rappresenta l'apice del percorso culinario di Tassa (fin'ora)...
"Manzo spadellato e affumicato con melanzana": La carne viene sottoposta ad una cottura tataki con raffreddamento in acqua ghiacciata; vengono poi estratti tutti gli oli essenziali, terminando con una "spolverata" di carbone attivo. A coronare il tutto vi è una melanzana cotta "drasticamente" alla brace, che fa da piedistallo al manzo. Sapori intensi, concreti e decisi che però non lasciano alcuna perplessita all'assaggio.



Una realtà opposta al manzo è "l'Agnello da latte" (preso dal menù dei classici); che rappresenta il "vecchio Salvatore": Un piatto comunque di grande spessore che inneggia al gusto e alla materia prima...



Genialè il pre-dessert che arriva in tavola: Una divertente e funzionale "Granita di cetriolo e assenzio" a "resettare" totalmente la bocca, preparandoci per il capitolo dolci...



Pur prediligendo da sempre il salato al dolce, posso dire di aver molto apprezzato i desserts di Tassa (tanto da prendere, oltre al dolce del menù stagionale, anche il goloso "Wafer alla cannella con crema al caramello e gelato moka" dal reparto "classici")...
Il dessert del menù primavera 03, chiamato semplicemente "Terra", è un esempio di come tanti ingredienti possano armonizzarsi in un unico piatto: Riso soffiato, sorbetto al limone, cialda di caramello, cioccolato Valrhona, lenticchie, petali di rosa, ribes, frutti di bosco e scorze di arancia... Un vorticoso complesso di consistenze e contrappunti in equilibrio tra loro :-P




La bellissima sorpresa poi (al termine della cena), mi è stata gentilmente concessa da Giovanni: dopo aver saputo del mio festeggiamento alle Colline per i 19 anni, si presenta in sala con una deliziosa torta millefoglie ripiena di soffice crema pasticcera montata a mano con il ghiaccio! Mi si illuminano letteralemte gli occhi mentre spengo la candelina; un gesto memorabile alla pari del menù con dedica firmato dal Cuciniere in persona e dallo staff!!!
Per portare tutto ai massimi livelli si aggiunge la chiamata del Bonci nazionale che mi conferma la sua presenza all'imminente festone avvenuto pochi giorni dopo!!!



Carico di adrenalina e di emozioni divenute quasi palpabili; condivido con Andrea e Manu un ottimo caffè haiti e dei piacevoli biscotti alle nocciole, zafferano e polenta...
Ci spostiamo soddisfatti nel salottino con le poltrone proseguendo a parlare con Walter dei progetti futuri della struttura (che probabilmente diverrà anche uno spazio poliedrico aperto a spettacoli musicali anche giovanili) e con il giovane Giovanni delle sue esperienze e della passione comune nel provare diversi tipi di cucina e ristorazione...

Il tempo di salutare il mitico Cuciniere, complimentandoci e stringendogli la mano; per uscire ancora sotto l'influsso della sua cucina con una comune voglia di ritornare il prima possibile ad Acuto ;-)

Alla Prossima

Foto: Andrea Sponzilli
-Lorenzo-

sabato 12 giugno 2010

Cucinando si Invecchia...Strudel di Ciliegie per i 19 di Linguini!

Ebbene si: Anche Linguini da bravo Gemellino aggiunge un tassello nella scalata verso i terrificanti +20!

Nonostante però la scuola (e questa eterna ansia da esame), è stato un anno positivo che mi ha dato l'opportunità di fare tante esperienze e di conoscere molte belle persone!

Questo mondo è davvero vasto e pieno di stimoli, qualsiasi cosa mi aspetti in futuro spero di riuscire a portare avanti la mia passione, che per ora continua a darmi soddisfazioni...

Per quanto riguarda il blog (che ho iniziato per sfizio senza troppo impegno), cercherò di dedicargli un pò più di tempo e magari di curarlo maggiormente...E' stato un pò criticato per l'aspetto "grafico" ed effettivamente toccherebbe fare un doveroso restyle (anche se io sò 1 anno più vecchio!XD)...PIMP MY BLOG ALLORA?!?

Per festeggiare vi lascio questa ricetta leggermente rivisitata da un classicone regionale (Trentino)...Nonostante costino care e sia raro trovarne di veramente buone, io stravedo per le ciliegie in stagione: ne mangio a vagoni! :-P

Quindi mi si sono illuminati gli occhi nel trovare una ricetta per lo strudel che prevedesse un ripieno alle ciliegie ;-)



Passando alla ricetta:

PER LA PASTA:

Rispetto alla normale pasta Strudel, che prevede il burro, questa va realizzata con:

-250 gr. farina
-1 uovo
-2 cucchiai di olio
-un pizzico di sale
-un cucchiaino di zucchero
-poca acqua

PER IL RIPIENO:

-1 kg circa di ciliegie snocciolate (se potete munitevi di uno "snocciolatore")
-Mezzo vasetto di marmellata di ciliege Bio
-60 gr. zucchero
-Una raspatura di cannella
-80 gr. Nocciole tritate
-50 gr. Pagarattato

PER TERMINARE:

-1 albume diluito con un pò di latte per lucidare
-Zucchero a velo

PROCEDIMENTO:

Fare la solita fontana ed impastare per bene fino al raggiungimento di un composto abbastanza morbido che non si attacchi alle mani, incorporando piano piano pochissima acqua. Scaldare una pentola o un recipiente (il libro diceva di farci scorrere acqua bollente) e collocarvi la "palla" dell'impasto coperta da una bacinella/insalatiera. Lasciar riposare almeno 1 ora.

Stendere un torcione spianandoci sopra l'impasto con l'aiuto di un mattarello infarinato. Dopo aver raggiunto uno spessore abbastanza ridotto, infarinatevi i pugni, passateli sotto la pasta sollevandola dal torcione ed "allungatela" il più possibile senza rischiare di romperla facendola troppo sottile (io ho guardato il video di Santin per fare questo passaggio).

Tostare le nocciole tritate in una padellina, unirle al pangrattato e cospargervi la superfice della pasta strudel (questo servirà ad assorbire i liquidi in eccesso della frutta, in più la mia aggiunta di nocciole darà una piacevole nota "crunch" al dolce)

Amalgamate le ciliegie con la marmellata, lo zucchero e la cannella, poi disponetele uniformemente al centro dell'impasto. Arrotolate delicatamente lo strudel partendo dal lato posto verso di voi e lasciatelo "scivolare" dolcemente su una teglia rivestita di carta da forno.

Spennellate con tuorlo d'uovo diluito nel latte e cucocete in forno caldo a 180° fino a doratura!

Lasciate intiepidire e cospargete di zucchero a velo!!!



Mi scuso ancora per le foto, ma visto il grande successo di questo dolce penso di rifarlo al più presto e di integrare con foto un pò meno "orripilanti"... XD



Un grazie speciale da foodblogger novello a Daniela di SenzaPanna che mi ha fatto un bellissimo regalo di compleanno!!!

Alla Prossima e Grazie a tutti!!!

-Lorenzo-

venerdì 4 giugno 2010

London Calling: The Fooders feat. Italian Linguini! Cronache di una Cena Carbonara!

Trovo finalmente un pò di tempo per relazionare questa bella esperienza avvenuta Sabato 22 Maggio; grazie alle iniziative di Soul Food (Don Pasta & Co.) in collaborazione con il mitico duo dei Fooders!

Piccola Intro: Dopo aver partecipato a diversi eventi organizzati da Marco e Francesca (ultimo quello del Picnic @ Moacasa), avevo espresso interesse per il loro progetto, e la mia volontà di assistere all'allestimento di uno dei loro lavori futuri. Arriva poi la notizia delle Cene Carbonare organizzate da Soul Food, e naturalmente il sottoscritto si prenota all'istante. Ricevo però una mail di Francesca che mi propone di organizzare una cena carbonara con tema Londra Anni '70 (London Calling appunto) insieme alla simpaticissima Rossella di "Ma che ti sei Mangiato".... Il mio bel viaggio a Londra dello scorso anno, l'amore per i Clash e la musica anni '70, e naturalmente la passione per lo "spadellare" mi hanno portato a cogliere al volo questa opportunità: cominciando immediatamente una ricerca approfondita sui piatti tipici londinesi e sulle influenze etniche della Londra Meltin'Pot!

Purtroppo per motivi familiari Rossella ha dovuto lasciare il progetto prima di collaborare; ed io ho fatto visita ai Fooders per organizzare la cena anche da solo... (portando la mia "ricerca" sul panorama gastronomico britannico ed alcuni schizzi dei possibili piatti da proporre, prendendo ispirazione dal metodo di Francesca)...
E' bastato poco: Un'intesa immediata, qualche sguardo e 2 chiacchiere seduti sui divanetti per concordare che London Calling andava fatta a Casa 26 (dai Fooders)! Il mio menù aveva conquistato al volo sia Marco che Francesca, decidendo di collaborare insieme per la realizzazione della Cena Carbonara...SI PARTE!!! :-)

Il menù, seppur articolato, ha preso in considerazione preparazioni fondamentalmente semplici; che potessero venire in contro a tutti cercando di "raccontare" con il cibo tradizioni e culture a noi distanti. I Fooders mi hanno guidato con precisione e pazienza nella scelta dei piatti e nella metodologia di preparazione delle pietanze; aiutandomi a superare i dubbi di un'esperienza per me totalmente nuova...Una squadra davvero vincente! E' stato inoltre molto interessante lo studio di come servire le portate nel corso della cena, la scelta della presentazione e le prove che durante la settimana ho dovuto fare improvvisando una full immertion nella cucina londinese più verace! :P




Come "Entrata" ho scelto di rivisitare la tipica "Full Monty English Breakfast", un vero tripudio di fritti e trigliceridi! La mia idea è stata quella di presentare tutti i componenti tipici della colazione all'inglese con un "packaging" più accattivante che si prestasse ad una cena in piedi. Per questo ho creato il "Full Monty Toast", ovvero un sandwich tostato all'ultimo sotto la piastra, in grado di racchiudere tutte le portate principali dell'English Breakfast. Il pancarrè (con mia personale gran soddisfazione), l'ho realizzato con il lievito madre grazie alla ricetta presa dal Pasto Nudo ed è venuto magnificamente! Per quanto riguarda il ripieno del toast, ho giocato con gli ingredienti cercando di combinare gusto e praticità:
I funghi trifolati e l'uovo fritto della classica colazione inglese si sono così fusi in una golosissima frittata ai funghi fatta al forno (molto più gestibile in un sandwich!).
I pomodori sono stati ripassati nel burro a rondelle ed adagiati nello strato inferiore del panino; mentre il bacon è stato rimpiazzato da una spettacolare pancetta di Mangalitza (from D.O.L.) resa adeguatamente croccante in forno! I risultato è stato davvero apprezzatissimo da tutti gli ospiti, e ne sono orgoglioso in particolare per il pane!








Naturalemte manca un "pezzo" irrinunciabile della classica colazione inglese: i fagioli colla sarsiccia! Da diverse ricerche sul web sono venuto a sapere che la tipologia di legumi utilizzata ogni mattina dagli inglesi combacia con la tradizionale ricetta dei "Boston Baked Beans"; conditi con pancetta e melassa e fatti cuocere in forno per minimo 4 ore (preparazione che i Fooders già avevano testato in una loro serata precedente). I britannici però condiscono questi baked con una sorta di salsa al pomodoro agrodolce (poi commercializzata in barattolo dalla famosa marca Heinz), che insieme ai Fooders siamo riusciti a riprodurre per accompagnare i fagioli nella maniera più appropriata. I beans sono stati così serviti dentro un bicchiere da caffè (giocando sul tema "colazione") sormontati da una mini-salsiccia cotta alla griglia! Do you like??? XD




Si è passato poi ad un must dello street food britannico: il Fish & Chips!
Questa è stata la preparazione che ha sollevato più perplessità, in particolare la scelta della pastella da utilizzare per friggere il baccalà doveva avere un certo spessore "rozzo" da strada! Marco aveva inizialmente proposto una simil-tempura fatta con farina di riso, ma il risultato non ci ha convinti; così ho fatto ricorso all'insuperabile libro di ricette "Fritto e Mangiato" (Giunti) di Annalisa Barbagli, trovando una pastella davvero imbattibile! (Farina, tuorli, birra e albumi montati a neve) Le patate invece sono state rese croccanti con la tecnica di Marco che prevede una sbiancatura, una cottura in forno ed una finale friggitura in olio di semi.
Per dare un tocco originale ho avuto l'idea di accompagnare il Fish & Chips con una salsa tartara fatta in casa, partendo da una ricetta di Anna Moroni poi rielaborata insieme ai Fooders: L'abbinamento è riuscito davvero alla grande! I fritti sono stati inoltre serviti in dei caratteristici cartocetti rivestiti con pagine di quotidiano dalla mitica Maria Carla, ricreando pienamente lo spirito "cibo da strada"!







Abbiamo proseguito con la prima preparazione ad influenze etniche: il Chikken Tikka Masala! Il panorama gastronomico di Londra, fin dagli anni '70, è stato infatti fortemente condizionato dai numerosi nuclei etnici presenti in città; in particolare quello indiano e quello thailandese. Talmente forte è stata questa influenza che molti piatti e ricette non di stampo britannico sono entrati pienamente a far parte della "dieta" quotidiana inglese; divenendo vere e proprie prepazioni della tradizione! La cosa divertente di questo piatto a base di pollo (accompagnato con riso basmati cotto in padella con metodo simil-pilaf), è il dibattito tutt'ora aperto tra indiani ed inglesi sull'origine esatta della ricetta: Gli inglesi infatti l'hanno fatta propria mentre la maggioranza degli indiani accusa apertamente la popolazione britannica di aver "imbastardito" il piatto!
Passando ai dettagli sulla preparazione: il pollo fatto a cubetti viene messo amarinare per almeno una notte in yogurt, aglio, limone, sale, pepe, curcuma, coriandolo, zenzero, garam masala, paprika, cumino e cannella. Dopo essere stato in parte "sgrullato" dalla marinata in eccesso, viene ripassato in padella con aglio, peperoncino cipolla e burro; per poi essere portato a cottura con una porzione ridotta delle spezie utilizzate nella marinata, passata di pomodoro in pezzi e latte di cocco. Il sapore pur essendo speziato è armonioso ed equilibrato, non aggressivo grazie anche alla deliziosa salsetta che l'accompagna.







Per sgrassare e pulire il palato da questi sapori non certo abituali, ho pensato poi di inserire una fresca insalata condita con un topping allo yogurt (yogurt, sale, pepe, aceto e olio) sormontata da zeste di limone e lamelle di mandorla tostata: apprezzatissima nella sua semplicità! :-)





Finalmente poi è arrivata la parte più grintosa e tradizionale della cucina inglese: lo Shepherd's Pie! (Pasticcio del Pastore) Come ho ben potuto testare in un esperienza personale non troppo edificante, una delle preparazioni più carateristiche del panorama british sono i Pie: pasticci di carne di maiale o addirittura di anguilla cotti all'interno di pasta sfoglia e serviti spesso con purè di patate e gelatina al prezzemolo. Per mia sfortuna durante la breve villegiatura londinese ho forse riscosperto il lato meno appagante (e digeribile) di questi sapori perduti, ma mi sono rifatto alla grande con il piatto preparato nella cena carbonara! Lo Shepherd's è infatti l'unico pie che sostituisce la pasta sfoglia con una deliziosa copertura di mashed poatatoes (una sorta di purè più sodo e compatto), inoltre il ripieno di questo pie riprende gli ingredienti più umili della pastorizia inglese: Carne d'agnello e verdure secondo disponibilità. Noi abbiamo optato per la versione classica con i piselli. Il macinato di agnello viene così cotto con il classico battuto di cipolla, aglio carote e sedano e sfumato con vino bianco. Viene poi condito con salsa worchester, concetrato di pomodoro, menta, rosmarino, timo, maggiorana e l'aggiunta di piselli quasi a creare un appetitoso ragù bianco! Per facilitare la porzionatura ho avuto l'idea di mettere sul fondo della teglia del pasticcio uno strato abbondante di mashed potatoes; ricoperte poi dal ragù di carne, dalla purea rimanente ed una grattata di cheddar con fiocchi di burro. Il tutto va messo in forno a 180 fino a doratura. Ho inoltre pensato di servire il pie a cubetti su un "letto" di crema di piselli riprendendo il condimento interno del ragù! :-P






Per terminare anche il dolce è stata una scelta molto ponderata...Inizialmente avevamo pensato di servire dei semplici ma sfiziosi shortbreads (biscottini tipici al burro) accompagnati dalla salsa dolce al limone "lemon curd"...Dopo un'ulteriore ricerca però ho scoperto che anche il crumble è un dessert di origni britanniche, e Marco (un grande appassionato di questa tipologia di dolce) ha preso al volo l'opportunità per sfoggiare un fantastico crumble monoporzione (partendo da una ricetta di Santin), realizzato con le fragole di stagione saltate nello zucchero di canna. Un delizioso e rinfrescante fine pasto che ha concluso nella maniera adeguata una serata davvero riuscita!







Il menù della serata mi ha dato modo di conoscere tante nuove ed interessanti ricette da realizzare; per quanto riguarda la cena devo essere sincero: non avrebbe potuto svolgersi in maniera migliore! Oltre a condividere con alcune persone care un'esperienza per me così importante, è stato fantastico ricevere complimenti e rapportarsi con gli altri partecipanti "sconosciuti", che hanno però contribuito a creare un clima fortemente conviviale scoprendo insieme nuovi sapori e culture...il vero obiettivo di Soul Food e delle Cene appunto!





Non dimenticherò mai la soddisfazione di servire le singole portate insieme ai Fooders mentre in sottofondo risuonavano a ripetizione musiche anni '70 dai mitici Clash, ai Police, i GBH, i Madness, gli indimenticabili Sex Pistols e tanti altri...Musica a me molto cara!!!
Per non parlare della possibilità di verificare in prima persona la riuscita delle preparazione e ritrovare riscontri positivi tra i diversi ospiti: Un sabato davvero da ricordare!





In conclusione, oltre a ringraziare infinitamente i Fooders (Marco, Francesca e Maria Carla) per la pazienza, la professionalità e la gentilezza dimostrate nell'organizzazione della cena; faccio i miei più sinceri ringraziamenti ad Andrea e Don Pasta (Soul Food) per questa grande opportunità e a tutti i partecipanti (senza i quali la cena non avrebbe avuto modo di esistere)
Spero di aver scritto tutto senza essermi dilungato eccessivamente!
Le foto sono opera del mio grande amico Andrea Sponzilli che avuto cura di immortalare i momenti più significativi della serata!




Alla Prossima!

-Lorenzo-